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venerdì 13 maggio 2011

I pesticidi che non ti aspetti


Una notizia che riguarda anche noi, dal momento che, in un mondo ahi noi sempre più globalizzato, importiamo e consumiamo moltissimi prodotti brasiliani

 Campione mondiale per uso di pesticidi, il Brasile è divenuto negli ultimi anni il principale mercato dei prodotti proibiti in altre nazioni. Nelle serre brasiliane si impiegano almeno dieci prodotti banditi nell’Unione Europea, Stati Uniti d’America e uno in Paraguai. L’informazione è dell’Anvisa (Agenzia Nazionale della Vigilanza Sanitaria), sulla scorta di dati delle Nazioni Unite e del Ministero dello Sviluppo, Industria e Commercio.
Nonostante sia prevista una normativa, il governo ritarda a sottoporre a nuove verifiche questi prodotti, tappa indispensabile per limitarne l’utilizzo o ritirarli dal commercio. Da quando, nel 2000, fu creato nell’Anvisa il sistema di verifica, quattro sostanze sono state proibite. Nel 2008 una nuova lista di verifica fu redatta, ma, a causa di divergenze nel governo, pressioni politiche ed azioni giudiziarie, poco è stato fatto.
Finora, dei 14 prodotti che dovrebbero essere sottoposti a verifica, c’è stata una sola decisione: la ciexatina, utilizzata nella coltivazione degli agrumi, è stata bandita a partire da quest’anno.
Mentre le decisioni vengono rimandate, aumenta  l’uso dei pesticidi sospetti di danneggiare la salute. Un esempio è l’endosulfame, associato a problemi endocrini. Dati della Segreteria del Commercio con l’Estero mostrano che il paese ha importato 1,84 milioni di tonnellate del prodotto nel 2008. Nel 2009, la cifra è schizzata a 2,37 milioni di tonnellate.
«Stiamo consumando la spazzatura che altre nazioni rifiutano», riassume la coordinatrice del Sistema Nazionale dell’Informazione Tossico Farmacologica della Fondazione Oswaldo Cruz, Rosany Bochner.
Il coordinatore generale dei Pesticidi e Affini del Ministero dell’Agricoltura, Allevamento e Rifornimento, Luís Rangel, ammette che i prodotti proibiti negli altri paesi e candidati a verifica in Brasile registrano un aumento anormale di consumo tra i produttori nazionali.

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